Il terzo settore che genera e trasmette memorie
Il tema della costruzione della memoria collettiva e della sua custodia è molto studiato. Non sono mancati, negli ultimi anni, studi relativi alla costruzione della memoria nell’era digitale, dal momento che è evidente come le tecnologie – sin dall’invenzione della scrittura – mutino profondamente i modi in cui le memorie e le tradizioni vengano cementate e trasmesse. Con riferimento alle nostre esperienze quotidiane, è evidente la trasformazione dei processi con cui rievochiamo parole, suoni e immagini provenienti dal passato. Pensiamo, anzi, a come alcuni dinamiche siano state agevolate al punto da rendere necessario affermare l’esistenza di un diritto al non essere ricordati: un diritto, cioè, all’oblio.
Ciascuno di noi, in linea di massima, è protagonista di questa esperienza di generazione di memorie e della trasmissione di queste ultime da una generazione all’altra. Non si tratta, però, com’è ovvio, di esperienze individuali, ma sociali; e all’interno delle nostre realtà quotidiane sono presenti interessanti esperienze di custodia e trasmissione della memoria da parte di una particolare categoria di attori sociali.
Questo panel/incontro ha come obiettivo illustrare alcune esperienze di edificazione, custodia e trasmissione della memoria, animate da soggetti non riconducibili al settore pubblico, né al settore privato mosso da obiettivi commerciali o di lucro. I partecipanti saranno la Fondazione Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, Arezzo (http://archiviodiari.org/), la Fondazione Home movies di Bologna (https://www.homemovies.it/) e il progetto Soundoc di Lucca (https://soundoc.it/); il punto di partenza è rappresentato dal valore rappresentato dal digital storytelling e dal significato della digitalizzazione del patrimonio immateriale.