Dalle prime spedizioni scientifiche agli esploratori digitali.
Quando pronunciamo l’espressione Grande Nord, si delinea nella nostra mente un intero immaginario che ha affascinato, nei secoli, viaggiatori di tutti i tipi, dai grandi nomi dell’avventura con la A maiuscola, come Amundsen e Rasmussen, fino ai “cacciatori di aurore boreali” dei nostri giorni.
Natura selvaggia, sensazioni primitive, animali leggendari, contenziosi geografici, risorse economiche, tradizioni locali, credenze popolari, sciamani, ghiaccio: un mosaico che ancora deve essere conosciuto nella totalità delle sue variegate sfaccettature.
“Qui non esistono i giorni perché non esistono le notti.
Le giornate si fondono le une con le altre,
non si capisce dove termina l’oggi e inizia il domani,
né a cosa si allude parlando di ieri”
[Christiane Ritter, Una donna nella notte polare]
Scopo dell’incontro con Francesca Mazzoni è comprendere come sia cambiata la percezione dei luoghi del Grande Nord nel corso del secoli, con l’avvicendarsi delle generazioni. Partendo da testi e cronache delle epopee polari seguiremo come si è sviluppata l’idea di viaggio verso l’Artico per arrivare a raccontare quella che è la visione attuale più condivisa, cercando di scardinare stereotipi e proponendo spunti di riflessione che portino oltre all’immaginario “cartolina”, grazie ai reportage e ai libri degli autori contemporanei.
Un percorso che andrà dalla frase “l’avventura è mancanza di adeguata programmazione” di Roald Amundsen, alla “ricerca dell’avventura programmata” dei viaggiatori digitali, attraverso l’incontro/scontro tra la cultura “occidentale” e quella “artica-inuit”, la spasmodica ricerca del fenomeno straordinario e l’instagrammabilità degli infiniti spazi del Grande Nord.
La riflessione finale verterà su come la tecnologia e il mondo digitale possano aiutare l’incontaminato e fragile mondo artico, senza essere troppo invasivi sia dal punto naturalistico che culturale.